2100 by Simone Pieranni

autore:Simone Pieranni [Pieranni, Simone]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-07-11T12:00:00+00:00

Il boss di Singapore

Nel 1990 Goh Chok Tong è diventato il secondo premier di Singapore succedendo a Lee Kuan Yew, il fondatore della città-Stato. A causa delle preoccupazioni della comunità imprenditoriale per lo strapotere della famiglia Lee, nel 2002 Goh Chok Tong si vide costretto a rilasciare diverse interviste ai media per compiere un’operazione piuttosto complicata: difendere proprio la famiglia Lee.

All’epoca, il primogenito di Lee Kuan Yew, Lee Hsien Loong, era vice primo ministro e ministro delle Finanze, e sua moglie era direttrice esecutiva della Temasek Holdings, mentre il figlio minore era amministratore delegato della Singapore Telecom. E le parole di Goh Chok Tong a «Bloomberg» nel 2002 suonano come una beffa. Alla domanda «Cosa pensa di lasciare come eredità politica a Singapore?» l’allora primo ministro aveva risposto che il suo obiettivo era dimostrare che a Singapore «c’è vita dopo Lee Kuan Yew». Peccato che, a due anni di distanza, a sostituirlo nel ruolo di premier è toccato proprio a Lee Hsien Loong, il figlio di Lee Kuan Yew.

D’altronde è pur vero che senza Lee, probabilmente non ci sarebbe neanche Singapore, perché quest’uomo di origine cinese è riuscito a dar vita a una specie di miracolo moderno: ha attraversato le ultime fasi della colonizzazione e i primi bagliori dell’indipendenza di Singapore, per inventarsi, letteralmente, un’idea di città che prima di allora non esisteva. Non esisteva, per esempio, nel 1824, quando Singapore, insieme ad altri due porti commerciali della Malaysia – Penang e Malacca – finisce sotto la gestione della britannica Compagnia delle Indie Orientali, la prima multinazionale della storia che si fece praticamente Stato.

All’epoca, agli inglesi Singapore serviva soprattutto per questioni di natura militare: avevano bisogno di una base migliore di Hong Kong, che si affaccia sul Mar della Cina molto più a est. Complice l’apertura del canale di Suez nel 1869, Singapore diventa anche un vivace porto commerciale e, soprattutto, la sua popolazione cresce, arrivando in poco tempo a 100.000 abitanti. Un numero che aumenta perché la prosperità attira migranti: migliaia di lavoratori arrivano dalla Cina e dalle altre colonie britanniche, soprattutto da quelle che oggi conosciamo come India e Malaysia. Braccia che vengono impiegate nelle miniere di stagno e nell’industria della gomma.

Nei primi decenni del Novecento Singapore esplode: inizia a diventare un centro finanziario molto importante nella regione, e più soldi arrivano più si costruisce. La città è all’avanguardia per l’epoca. Poi scoppia la Seconda guerra mondiale e la parabola ascendente si interrompe. Nel dicembre 1941 l’impero giapponese conquista la Malaysia e nel 1942 Singapore, ribattezzata Shōnan, Luce del Sud. I giapponesi smantellano tutto l’establishment britannico ma quando la guerra comincia a mettersi male per Tokyo, anche Singapore viene pesantemente bombardata. L’idea di città-modello pensata dai coloni inglesi viene spazzata via.

Alla fine della guerra Singapore è un posto dove si muore in fretta, un po’ per povertà, un po’ per l’alto livello di criminalità. E le infrastrutture all’avanguardia, che l’avevano trasformata in un porto centrale per le trame economiche mondiali dell’Ottocento, sono letteralmente ridotte in macerie.

Nel 1946, con

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